A fianco dei pastori

17 Settembre 2023

Negli ultimi 40 anni, il nostro paese ha perso la stragrande maggioranza dei pastori. Con il sopravvento della società industriale e urbana su quella rurale, la figura del pastore è stata via via associata a due immaginari (distorti), uno bucolico e folkloristico, l’altro arretrato e antimoderno, che hanno favorito l’abbandono dell’attività.

Correre ai ripari è però ancora possibile e i dati di una crescita di interesse di molti giovani a questo mestiere fanno ben sperare, anche se non è ancora sufficiente. Il punto di partenza per far sì che questo trend diventi costante e significativo può essere educare a una chiara e corretta informazione su questa preziosa e antica professione.

Il lavoro dei pastori: quanti benefici dà

I pastori, custodi del territorio e di saperi antichi, sanno fare un uso razionale delle risorse naturali favorendo il mantenimento degli equilibri ecosistemici dei pascoli attraverso un continuo rinnovo della biodiversità in essi presenti.

Con il loro lavoro contrastano i crescenti fenomeni di degrado dati dall’abbandono delle terre e così facendo riducono anche i rischi idrogeologici a cui l’Italia sarà sempre più soggetta a causa della crisi climatica. Inoltre garantiscono il benessere degli animali lasciandoli liberi di pascolare e di cibarsi di quelle erbe che sono più adatte per la loro salute nonché per la qualità del latte, evitando così mangimi e insilati di ogni tipo, ricchi in calorie ma poveri di nutrienti (non dimentichiamoci infatti che stiamo parlando di ruminanti che per loro natura dovrebbero mangiare erba e che l’allevamento intensivo li ha trasformati in consumatori di soia e mais).

Tutto questo, a beneficio anche di noi cittadini – consumatori finali che abbiamo accesso a latte e formaggi più gustosi e salutari. La pastorizia poi è un’attività che valorizza e rivitalizza il lavoro e l’economia dei territori dando pregio alle risorse in essi presenti. Nonostante i molteplici valori della pastorizia, negli ultimi decenni nessuna politica ha favorito il ricambio generazionale (compensato solo in parte dall’impiego di lavoro migrante), né ha fornito soluzioni ai problemi che affronta chi pratica questa attività (obbligando a volte anche i veterani a gettare la spugna).

La conferenza – Cosa vuoi fare da grande? Il pastore! – 18 settembre, ore 15:00 | Casa della biodiversità

Quello del pastore è uno dei mestieri più antichi al mondo ma è anche uno dei più sottovalutati. Poco conosciuto, considerato umile, antimoderno. Eppure si tratta di un mestiere prezioso che svolge inoltre un ruolo di presidio territoriale, contrastando con la sua presenza radicata e diffusa i crescenti fenomeni di abbandono dei pascoli e delle aree montane.

Tuteliamo la pastorizia

Mi riferisco all’isolamento infrastrutturale, la convivenza delle greggi con gli animali selvatici, l’accaparramento di pascoli da parte di grandi aziende che in questo modo accedono ai contributi europei sottraendoli a chi in montagna ci vive e ci lavora per davvero. La pastorizia è un’eredità che viene dal passato, ma che ha il diritto e il dovere di vivere nel presente. Per farlo ha però bisogno di persone che ne comprendano il valore e che la sostengano comprando formaggi che provengono dai pascoli; di elementi nuovi che sappiano innovare la tradizione rendendola adatta ai tempi attuali e di politiche che sappiano indirizzare sapientemente risorse e interventi. Cheese affronta queste questioni dando l’opportunità di assaggiare formaggi simbolo dell’inestimabile lavoro quotidianamente svolto dai pastori.

di Carlo Petrini, uscito su La Repubblica, 15 settembre 2023

Cheese è organizzato da Slow Food e Comune di Bra. L’edizione 2023 si svolge dal 15 al 18 settembre. Noi cheesiamo, siatecheese anche voi! #Cheese2023

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